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lunedì 1 gennaio 2018

Mi è caduto un bambino dal cielo


 
Ho pensato, visto che eravamo nelle feste natalizie, che quella voce si riferisse a Gesù. Mi appariva, però, troppo strano il vocabolo “caduto”, quasi un atto di violenza o uno strappo fatto a Dio. Infatti quella voce non si riferiva a Gesù Bambino, da quanto ho capito dopo.
         Il cielo, di cui si parlava, non era celeste, ma terrestre e questo mi fu subito chiaro quando capii che il bambino non era celeste, ma appena terrestre. Si trattava, infatti di un bimbo di pelle scura, gettato sulla terra da una mano volgare e piena di rancore.
Il piccolo era nato deforme e senza arti, Era deforme e privo di ogni riferimento umano.
Infatti, più che caduto mi appariva gettato, lasciato cadere da quello che sarebbe stato meglio chiamare l’inferno della terra. Non era caduto dal cielo ma, per meglio dire, era stato scartato dalla terra.
         Il mio augurio per il nuovo anno è quello di ritrovare il Cielo, quello vero, e di imparare a raccogliere anche gli “scarti” del-l’umanità, come accadde a suo tempo a Gesù. A Betlemme ci furono angeli che parlarono di un Redentore, nato in una grotta e poggiato in una greppia. Non gridarono di un bambino caduto dal cielo, ma venuto dall’alto per amore dei suoi fratelli, di un Salvatore, che accetta di non essere accolto da noi uomini, che gli offrono una squallida grotta.
L’augurio di vivere ogni uomo come un dono di Dio, offerto all’umanità, che diventerà il suo salvatore se sarà accolto con amore.
         Dio è amore e vuole amore. Anche le cose più umili, che vengono dal cielo, salvano.                                               
Lorenzo

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