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mercoledì 1 febbraio 2017

I distanti






I distanti 
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Continuando l’itinerario d’incontro con lo Spirito sono stato portato verso quella zona dove io pensavo di conoscermi, ma altro non sapevo di essere un povero illuso. Infatti, più si avanza nella vita interiore, più si raggiunge quella miseria che non è depressione, ma esperienza della misericordia divina.
Ho conosciuto le infinite parole di bene che ho detto, i vangeli spiegati, le apparenti consolazioni che il mio interesse per il prossimo era alla base della mia compassione. Ma tutto quel mondo di benevolenza altro non era se non quell’indirizzo di «professionalità», misto allo slancio di amore che la mia vocazione mi imponeva. Lo facevo con grande senso di responsabilità, ma  non mi rendevo conto di essere fuori da quel circuito di grazia che solo Dio sa gestire. Non voglio minimamente dire che il mio cuore aspirasse a chissà quale posizione di prestigio, ma non crescevo in «sia fatta la tua volontà». Facevo il bene, ma quello mio, non decrescevo, come disse Giovanni Battista per fa crescere Cristo, ma per crescere io davanti al Signore.
O fratelli e sorelle carissimi, ho cercato sempre Dio, ma lo volevo incontrare sul mio terreno. E così mi son trovato a ricevere grandi elogi, ma ero un poveraccio, privo di luce. Ero un … lontano, un distante pur desiderando tanto essere gradevole a Dio. Crescevo molto in me stesso ma non in Dio. Ero profondamente insoddisfatto e ne ignoravo le cause, finché l’amore di Dio mi fece entrare nella comprensione del mio peccato «midollare» facendomi ammalare di leucemia. E sono stato fiaccato nel mio intimo da Dio, mi sono abbandonato al suo agire purificante.
Ho iniziato a vivere Dio in tutta la mia debolezza, che è tanta, ma non mi fa più paura, perché l’ho riversata nel suo cuore potentissimo. Sono un nulla, ma senza complessi d’inferiorità, perché Gesù è il mio tutto. Questo ora lo dico non a parole, ma lo vivo nel midollo del mio essere. Cammino a stento, ho dolori dovunque, non riesco a combinare nulla e ho una  stanchezza motivata dalle chemioterapie. So però che Dio mi ama in questo modo, offrendogli poca cosa.
E qui inizia il mio nuovo itinerario di vita interiore.
                   
                                                  Lorenzo

1 commenti:

Unknown ha detto...

Grazie Lorenzo per la profonda dimostrazione di fede condivisa, mi riallaccio a quanto ho scritto ieri proprio per sottolineare che tante volte bisogna toccare il "fondo" ,sia fisico che spirituale, per capire ed apprezzare le molteplici manifestazioni d'amore che contornano la nostra vita...per ricominciare giornalmente a cercarlo nel nostro quotidiano e a non fermarci nell'appagamento effimero offerto da tante nostre certezze; le debolezze ci deviano dalla strada principale e purtroppo qualche volta solo nella sofferenza veniamo richiamati all'ordine ����

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