I
distanti
_________________
Continuando
l’itinerario d’incontro con lo Spirito sono stato portato verso quella zona
dove io pensavo di conoscermi, ma altro non sapevo di essere un povero illuso.
Infatti, più si avanza nella vita interiore, più si raggiunge quella miseria che
non è depressione, ma esperienza della misericordia divina.
Ho
conosciuto le infinite parole di bene che ho detto, i vangeli spiegati, le
apparenti consolazioni che il mio interesse per il prossimo era alla base della
mia compassione. Ma tutto quel mondo di benevolenza altro non era se non
quell’indirizzo di «professionalità»,
misto allo slancio di amore che la mia vocazione mi imponeva. Lo facevo con
grande senso di responsabilità, ma non
mi rendevo conto di essere fuori da quel circuito di grazia che solo Dio sa
gestire. Non voglio minimamente dire che il mio cuore aspirasse a chissà quale
posizione di prestigio, ma non crescevo in
«sia fatta la tua volontà». Facevo il bene, ma quello mio, non decrescevo,
come disse Giovanni Battista per fa crescere Cristo, ma per crescere io davanti
al Signore.
O
fratelli e sorelle carissimi, ho cercato sempre Dio, ma lo volevo incontrare
sul mio terreno. E così mi son trovato a ricevere grandi elogi, ma ero un
poveraccio, privo di luce. Ero un … lontano,
un distante pur desiderando tanto
essere gradevole a Dio. Crescevo molto in me stesso ma non in Dio. Ero
profondamente insoddisfatto e ne ignoravo le cause, finché l’amore di Dio mi
fece entrare nella comprensione del mio peccato «midollare» facendomi ammalare di leucemia. E sono stato fiaccato
nel mio intimo da Dio, mi sono abbandonato al suo agire purificante.
Ho
iniziato a vivere Dio in tutta la mia debolezza, che è tanta, ma non mi fa più
paura, perché l’ho riversata nel suo cuore potentissimo. Sono un nulla, ma
senza complessi d’inferiorità, perché Gesù è il mio tutto. Questo ora lo dico
non a parole, ma lo vivo nel midollo del mio essere. Cammino a stento, ho
dolori dovunque, non riesco a combinare nulla e ho una stanchezza motivata dalle chemioterapie. So
però che Dio mi ama in questo modo, offrendogli poca cosa.
E
qui inizia il mio nuovo itinerario di vita interiore.
Lorenzo
1 commenti:
Grazie Lorenzo per la profonda dimostrazione di fede condivisa, mi riallaccio a quanto ho scritto ieri proprio per sottolineare che tante volte bisogna toccare il "fondo" ,sia fisico che spirituale, per capire ed apprezzare le molteplici manifestazioni d'amore che contornano la nostra vita...per ricominciare giornalmente a cercarlo nel nostro quotidiano e a non fermarci nell'appagamento effimero offerto da tante nostre certezze; le debolezze ci deviano dalla strada principale e purtroppo qualche volta solo nella sofferenza veniamo richiamati all'ordine ����
Posta un commento