Don
Lorenzo è per me più che un amico, e spesso sono proprio gli amici che ti fanno
scherzi da …. prete: mi ha chiesto di scrivere qualcosa sulla Liturgia, sapendo
bene che non mi sta chiedendo una cosa da poco!
Sa che non posso esimermi dal farlo, sia per l'amicizia, sia per il
fatto che gran parte di quanto ho studiato in tanti anni lo devo al suo
intervento, sprone e consiglio in vari momenti della mia vita.
L'aiuto di testi ed appunti, accumulati in sei anni di studio, mi tornano oggi utili per cercare di rendere accessibili i riti e la loro Liturgia, senza avere la pretesa di essere esaustivo, ma sempre disponibile a fornire chiarimenti e spunti di approfondimento a quanti ne faranno richiesta.
Le (poche) note a piè di pagina saranno sicuramente superflue, ma le metto per quell'unico lettore al quale saranno di aiuto.
L'aiuto di testi ed appunti, accumulati in sei anni di studio, mi tornano oggi utili per cercare di rendere accessibili i riti e la loro Liturgia, senza avere la pretesa di essere esaustivo, ma sempre disponibile a fornire chiarimenti e spunti di approfondimento a quanti ne faranno richiesta.
Le (poche) note a piè di pagina saranno sicuramente superflue, ma le metto per quell'unico lettore al quale saranno di aiuto.
Prima
di entrare nel vivo degli argomenti, è necessario fornire alcuni elementi per
comprendere l'argomento.
La
Chiesa ha un suo tempo, detto ANNO LITURGICO (AL per brevità), che non è come
l'anno solare un ritorno eterno delle stagioni, ma un tempo che si ripete come
una spirale che va verso la Parousia[1],
per cui ogni AL è caratterizzato, direi “insaporito”, dalla diversa situazione
ecclesiale e personale. Alcune delle caratteristiche essenziali di AL sono:
- Unicità: celebra solo e sempre il mistero di
Cristo come centro della storia della Salvezza;
- Storicità: il mistero di Cristo e della storia
della Salvezza si sono realizzati nel
tempo e nella storia (l'irruzione dell'Eterno nel tempo!). Celebrando il
mistero di Cristo, AL ne storicizza gli aspetti e ci rende contemporanei del
mistero.
La base per la teologia dell'Antico Testamento fonda la liturgia biblica in Esodo12 (capitolo che tratta della preparazione e delle caratteristiche dell'agnello pasquale). L'atto salvifico (il passaggio di YHWE)[2] consiste di due elementi: un programma rituale (PR), ovvero l'insieme di tutti i gesti, e l'azione divina (AD), il passaggio di YHWE in mezzo alle case: l'azione divina è salvifica sub condicione: porta la vita per chi attua il programma rituale e la morte per chi non lo fa.
In
Esodo 12,13 viene detto di reiterare il programma rituale ogni anno, solo che
invece dell'azione divina vi sarà il suo racconto (che da inizio alla
tradizione orale della Bibbia e verrà ampliato, approfondito e scritto nel
Pentateuco[3]).
Appurato che questo racconto è Parola di Dio e non parola umana, sappiamo che
questa può essere anche azione. La celebrazione non è un memorizzare quanto
accaduto, ma un ri-attuarlo!
Nel
Nuovo Testamento abbiamo un programma rituale che Gesù ordina ai suoi di
ripetere, ma si nota una differenza fra la pasqua ebraica e quella cristiana:
mentre nella prima il programma rituale e l'azione divina sono contemporanei,
nella seconda l'azione divina viene dopo il programma rituale (prima l'Ultima
Cena, poi la morte e la Risurrezione). Questa differenza può essere vista in
modo diverso da diverse realtà: la morte di un sobillatore (per un romano) o
quella di un eretico (per un pio ebreo), mentre un seguace di Gesù che ha
assistito all'Ultima Cena sa che Egli ha anticipato quell'evento attraverso il
segno, profetizzando il significato.
In
conclusione, mentre l'ANAMNESI[4]
ebraica rende presente ed operante il passato, perché così voluto da Dio,
l'anamnesi cristiana vi aggiunge il futuro escatologico (la Risurrezione).
Sperando
di non aver annoiato nessuno, la prossima volta inizierò a parlare dei
Sacramenti, iniziando con l'Eucarestia.
Maurizio Serafini
[1] Deriva dal termine greco parousía, che significa "presenza"; per la Chiesa indica la seconda venuta del Signore Gesù Cristo.
[2] Il sacro tetragramma non viene pronunciato
dagli ebrei, che usano i termini: 'HaShem' ("il Nome") e Adonai (l'Eterno).
[3] I primi cinque libri della Bibbia ebraica
(Tanak) per gli ebrei sono la Torah, la
Legge, mentre per i cristiani sono definiti il Pentateuco: Genesi, Esodo,
Levitico, Numeri, Deuteronomio.
[4] L'anamnesi è celebrazione che rende presente un evento della storia
della salvezza.
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