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sabato 28 gennaio 2017

Terra celeste



Dove sei, Signore?

Ti cerco in ogni voce della natura che Tu hai creato per me e ti sorprendo. Ogni cosa mi parla di Te, ha un suo messaggio da trasmettermi, ha una pagina da raccontarmi di sè che si adatta perfettamente a me.

C’è una pozza d’acqua nella quale si riflette il cielo, secondo i suoi vari momenti. La contemplo mentre ascolto un coro di rane, che danno un tocco di allegria a questo minuscolo angolo di mondo, comparato al grande universo: un puntino tra tanti. Non ha molto da spaziare il mio sguardo, perché è così ridotto. Ma quest’acqua limacciosa mi dice tanto, insieme ad una ranocchietta che, adagiata su una grossa pietra levigata, mi fissa incuriosita, immobile. Ha smesso perfino di gracidare.

Mi pare di ascoltare il suo racconto nel profondo di me stesso:

« Vivo in questo pantano e mi trovo perfino bene se non fosse per una colomba che, ogni mattina, appositamente passa da queste parti. Mi disprezza, vantando i suoi magnifici voli in alto, così vicino a quel luogo lontano che non posso raggiungere, per respirare l’aria fresca delle alture rasentando le soffici nuvole. E, inoltre, c’è un canarino dispettoso che si posta sul ramo di un albero vicino e si esibisce in canti melodiosi. Io non posso mostrare nulla se non i miei salti tra tuffi nell’acqua e posteggi sui sassi ed il mio gracidare sgraziato.

Mi rivedo tanto in te, amico mio, con le tue miserie e le tue limitatezze. Anche tu abiti in basso, la terra è la tua umile dimora dove la vita scorre con i suoi avvicendamenti di gioia e di dolore. Ma, come il sole non disdegna di riflettersi nella mia acqua stagnante, così la luce di Dio non cessa di riflettersi nella tua anima.

E la tua terra diventa Terra Celeste perché abitata dal tuo Signore. Il suo Cielo è dentro di te. »
    
                                               Ti prego…

Dove sei, Eterno Dio?
Ogni parte di questo creato,
come piccolo raggio di luce,
si  riflette nel mio intimo
e mi mostra, di Te,
l’immensa tua presenza.
Come son piccolo e imperfetto
dinanzi alla tua perfezione
e alla tua grandezza.
Non è senza macchia
la veste della mia anima.
Purificami nella sorgente
d’acqua tua purissima!
Ridonami il candore
d’una vita immacolata,
espressa nel dono umile
di povertà e d’amore.
Nella terra del mio cuore
ti attendo, amato Dio
e Tu la trasformerai
in Terra Celeste: ti vedrò
con gli occhi tuoi divini
e mi sentirò amato
con avvolgente amore,
che dalla mia terra,
dolcemente mi porterà
ed essa non sarà più
la mia Terra Celeste
ma il tuo Paradiso.
                                             Incoronata
  

martedì 24 gennaio 2017

La Liturgia, questa “poco conosciuta”!



              Don Lorenzo è per me più che un amico, e spesso sono proprio gli amici che ti fanno scherzi da …. prete: mi ha chiesto di scrivere qualcosa sulla Liturgia, sapendo bene che non mi sta chiedendo una cosa da poco!  Sa che non posso esimermi dal farlo, sia per l'amicizia, sia per il fatto che gran parte di quanto ho studiato in tanti anni lo devo al suo intervento, sprone e consiglio in vari momenti della mia vita.
           L'aiuto di testi ed appunti, accumulati in sei anni di studio, mi tornano oggi utili per cercare di rendere accessibili i riti e la loro Liturgia, senza avere la pretesa di essere esaustivo, ma sempre disponibile a fornire chiarimenti e spunti di approfondimento a quanti ne faranno richiesta.
            Le (poche) note a piè di pagina saranno sicuramente superflue, ma le metto per quell'unico lettore al quale saranno di aiuto.
        Prima di entrare nel vivo degli argomenti, è necessario fornire alcuni elementi per comprendere l'argomento.

            La Chiesa ha un suo tempo, detto ANNO LITURGICO (AL per brevità), che non è come l'anno solare un ritorno eterno delle stagioni, ma un tempo che si ripete come una spirale che va verso la Parousia[1], per cui ogni AL è caratterizzato, direi “insaporito”, dalla diversa situazione ecclesiale e personale. Alcune delle caratteristiche essenziali di AL sono:

-   Unicità: celebra solo e sempre il mistero di Cristo come centro della storia della Salvezza;

-  Storicità: il mistero di Cristo e della storia della Salvezza si sono realizzati nel  tempo e nella storia (l'irruzione dell'Eterno nel tempo!). Celebrando il mistero di Cristo, AL ne storicizza gli aspetti e ci rende contemporanei del mistero.

sabato 21 gennaio 2017

La canzone dell'inverno



Sul pentagramma musicale l’inverno ha scritto la sua canzone. E’ un messaggio particolare che vuole trasmettere al mondo attraverso le sue parole, incise nella natura.
Fiocchi di neve scendono lievemente dall’alto, sprigionate da quelle soffici nuvole bianche che hanno, invece, imprigionato il sole, nascondendolo sotto il loro manto. E’ tutto un candore! I rami secchi degli alberi spogli si vestono come in primavera: sembra una bellissima fioritura luminosa. Anche i campi innevati, così come i tetti delle case, offrono paesaggi incantevoli e suggestivi. Uccelli nostrani cercano il loro cibo, pigolando. Il freddo li rende simili a batuffoli di piume. I bucaneve vincono il  gelo rompendo il giaccio per uscire alla luce e sbocciare.
L’inverno prosegue nel suo canto con una varietà di passaggi e tonalità attraverso immagini e suoni. Mi insegna il mistero dell’attesa di una vita che, già, si esprime in un apparente risveglio: gli alberi si adornano a festa; gli uccelli volano, raccogliendo nell’aria le note gelide della stagione invernale; i boccioli dei bucaneve si aprono, affacciandosi oltre la coltre di neve.
Io leggo, con gli occhi di Dio, il poema stupendo che Lui ha  scritto per l’uomo. Contempla, anche tu, con me le meraviglie della sua opera creativa e traducile nel tuo cuore con un silenzio di adorazione e di lode.
Canta il tuo inno melodioso al Padre dei Cieli immensi!



Ti prego…

Ti ho cercato, eterno Dio,
nel mio libro di vita
e, stupito,  ti ho  trovato
in una pagina vuota.
Non so proprio perché
non c’era scritto nulla,
ma essa trasmetteva luce.
Era come se mi parlasse
senza parole, né segni.
Emanava un tale chiarore
da incidere il tuo amore,
denso di misteri, su quel foglio,
in modo invisibile,
insieme ai tanti segreti nascosti.
Quante cose hai suggerito
al mio cuore, Signore,
nei miei tempi trascorsi,
attraversati dal tuo silenzio
vissuto col mio!
Mi conduci, ora, con gioia
per le vie del creato;
mi mostri i dettagli
della tua opera artistica;
mi riveli il senso vero
d’ogni suo particolare,
accostandolo al mio essere.
Ascolto la  delicata canzone
del mio inverno intimo
cantata da Te, armonioso Dio
e comprendo che Tu,
presto mi rivelerai
i misteri del tuo Regno.
                                             Incoronata