Quando
il vento soffia nelle canne di bambù, genera una melodia che si amplifica
nell’aria e si innalza verso il cielo,
In
una delle canne di un canneto, che cresceva sulla riva di un fiume, una serpe
velenosa aveva trovato dimora e si era adattata perfettamente ad essa, ma da
questa uscì più il suono melodioso. Il vento aveva perfino cessato di soffiarvi
dentro e ciò la rendeva molto triste.
Un motivo c’era, però: la sua gelosia
verso le altri canne, ritenendole più capaci di trasformare melodie più sonore
i soffi del vento. Le biasimava e si lamentava senza rendersi conto di
quell’aspide che ospitava, con cura, dentro di sé, come segno di quel male che
covava e che, giorno dopo giorno, aumentava sempre più. Si sentiva diversa,
chiusa nella sua solitudine, isolata da quel luogo, estranea in quel canneto
avverso a quel vento che non la considerava affatto.
Eppure, senza accorgersi, incominciava
con il tempo a sperimentare il peso di un silenzio che le procurava dolore.
Stava, forse, cambiando il suo cuore? Sì. Comprese che la gelosia era proprio
come quel rettile velenoso che si era annidato nel suo intimo e vi soffiava
tanto male. La vipera intanto s’ingrassava e, lentamente, non riusciva più a
star dentro la canna. Finché un giorno non potè più entrarvi. Nonostante gli
sforzi della vipera, la canna rimaneva sempre rigida e poco elastica, per cui
l’animale si sentiva soffocare, quando tentava di accomodarsi, per cui
abbandonò la sua abitazione.
Fu
come una liberazione. La piccola canna di bambù iniziò così a cantare la sua
nuova melodia e il vento non si stancava mai di soffiare nel suo cuore
rinnovato e libero, inventando tonalità originali e accordi diversi per creare
in essa le armonie più belle.
Ti prego …
Ascolto il
soffio divino
del tuo
Spirito, mio Dio,
come di vento
solerte
che viene da
lontano,
per
risvegliare
le corde
assopite
del mio cuore
stanco.
E’ vero che
sono preda
dei miei vizi
che chiamo:
debolezze,
fragilità.
E invece sono
come tarli
che
corrodono,
in modo
invisibile,
la mia veste
spirituale.
Vieni, liberami
nel profondo
di me stesso,
da tutto ciò
che vieta
ogni passaggio
della tua
Presenza!
Entro, ora,
nel mio intimo,
eterno Dio
d’amore
e Tu soffi
dolcemente
nella mia
vita,
come in una
canna,
toccando le
corde
del mio
cuore.
Nasce così, a
sorpresa,
una nuova
melodia.
Incoronata
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