Pages

sabato 17 dicembre 2016

La melodia del bambù



Quando il vento soffia nelle canne di bambù, genera una melodia che si amplifica nell’aria e si innalza verso il cielo,

In una delle canne di un canneto, che cresceva sulla riva di un fiume, una serpe velenosa aveva trovato dimora e si era adattata perfettamente ad essa, ma da questa uscì più il suono melodioso. Il vento aveva perfino cessato di soffiarvi dentro e ciò la rendeva molto triste.

         Un motivo c’era, però: la sua gelosia verso le altri canne, ritenendole più capaci di trasformare melodie più sonore i soffi del vento. Le biasimava e si lamentava senza rendersi conto di quell’aspide che ospitava, con cura, dentro di sé, come segno di quel male che covava e che, giorno dopo giorno, aumentava sempre più. Si sentiva diversa, chiusa nella sua solitudine, isolata da quel luogo, estranea in quel canneto avverso a quel vento che non la considerava affatto.

         Eppure, senza accorgersi, incominciava con il tempo a sperimentare il peso di un silenzio che le procurava dolore. Stava, forse, cambiando il suo cuore? Sì. Comprese che la gelosia era proprio come quel rettile velenoso che si era annidato nel suo intimo e vi soffiava tanto male. La vipera intanto s’ingrassava e, lentamente, non riusciva più a star dentro la canna. Finché un giorno non potè più entrarvi. Nonostante gli sforzi della vipera, la canna rimaneva sempre rigida e poco elastica, per cui l’animale si sentiva soffocare, quando tentava di accomodarsi, per cui abbandonò la sua abitazione.

Fu come una liberazione. La piccola canna di bambù iniziò così a cantare la sua nuova melodia e il vento non si stancava mai di soffiare nel suo cuore rinnovato e libero, inventando tonalità originali e accordi diversi per creare in essa le armonie più belle.














Ti prego …

Ascolto il soffio divino
del tuo Spirito, mio Dio,
come di vento solerte
che viene da lontano,
per risvegliare
le corde assopite
del mio cuore stanco.
E’ vero che sono preda
dei miei vizi che chiamo:
debolezze, fragilità.
E invece sono come tarli
che corrodono,
in modo invisibile,
la mia veste spirituale.
Vieni, liberami nel profondo
di me stesso, da tutto ciò
che vieta ogni passaggio
della tua Presenza!
Entro, ora, nel mio intimo,
eterno Dio d’amore
e Tu soffi dolcemente
nella mia vita,
come in una canna,
toccando le corde
del mio cuore.
Nasce così, a sorpresa,
una nuova melodia.
                                                Incoronata   

0 commenti:

Posta un commento