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mercoledì 27 luglio 2016

La preghiera



      2Mi baci con i baci della sua bocca!
       Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.
      
      4Attirami dietro a te, corriamo!
       M`introduca il re nelle sue stanze:
       gioiremo e ci rallegreremo per te,
       ricorderemo le tue tenerezze più del vino.
       A ragione ti amano!(dal Cantico dei Cantici).


Ecco dove prende spunto la mia riflessione sulla preghiera. E mi pare giusto doverti dire, amico mio, quanto profonde e misteriose mi si presentano queste parole, perché mi fanno capire da quale sorgente nasce il mio rapporto con Dio.
Nasce dalla sua bocca che mi raggiunge come attraverso un gesto che potrebbe apparire banale, com’è il bacio, ma non è così. E’ il grande mistero della comunicazione che utilizza la bocca come strumento privilegiato, che fa riferimento non al semplice canale esterno, che apre l’uomo al mondo dell’ alimentazione o della pura sensualità, ma è l’ambiente in cui si attua la vera comunicazione. Non è un fatto di parole ma, mi permetto di dire, di trasfigurazione, dove la tenerezza del bacio, l’autore la cambia in dolcezza del vino e non si è più nella sfera della sensualità bensì del gusto. Per questo possiamo ben  dire che la figura della sensualità si è evoluta nel piacere della dolcezza del gusto inebriante. Vi è di più. quando si  parla di un’attrazione che mi fa raggiungere le stanze regali, facendomi sperimentare una gioia profonda che viene percepita molto più intensamente delle sensazioni del vino, diventando perfino tenerezza.
Io vorrei parlare di una nuova forma di rapporto con Dio che va oltre ogni comprensione definita, nel caso presente, come tenerezza, per cui la preghiera non è più un colloquio, fatto di parole, ma di espressioni nuove, in cui si vive la presenza dell’Altro quale trasporto d’amore.
Il testo ci avvicina, quindi, a una tenerezza indefinibile in cui siamo nella sfera dell’amore. Non vorrei che tutto questo diventi frutto della fantasia a sfondo poetico, ma di una nuova entità di relazione, appunto di una trasfigurazione.

Per cui pregare è trasfigurarsi, cioè perdere una parte di sé, per diventare, realmente, novità
                                                       Lorenzo

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