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lunedì 26 dicembre 2016

Dove nasci Gesù?



Anche oggi è Natale!

Andiamo a cercare Gesù!

Un pellegrino mi parla di un luogo speciale, visto al termine del suo viaggio durante la notte.

« C’era una capanna luminosa tra mucchi di pietre che sono il segno della nostra umanità dolente, provata dagli eventi della storia di questi tempi. Pietre dure come il cuore degli uomini che accantonano Dio per tuffarsi in situazioni difficili; uomini disorientati e stanchi che tentano di trovare gioia in posti sbagliati.

Così riflettevo nella mia preghiera poi, rivolgendomi al Signore, gli ho chiesto: Mi hanno detto che anche oggi tu nasci come in quel tempo lontano. Dove nasci Gesù? Io so che nasci tra noi, come luce del mondo, per accendere il nostro buio.

Egli mi rispose che mi avrebbe mostrato la via. E mi accompagnò prendendomi per mano e portandomi per la strada che conduceva alla capanna misteriosa. Camminavo con il desiderio di conoscere quel rifugio segreto. Durante il tragitto Gesù mi parlava del suo Natale e dei dolori inflitti da quei duri sassi tra in quali c’ero anch’io. Ascoltandolo, sentivo che Lui trasformava il mio cuore con il suo a more silenzioso. Giunti alla capanna scomparve. Entrai da solo e, con grande stupore, vidi un Bambino che mi attendeva.

Riconobbi Gesù, che percorreva la via con me, dal suo sguardo profondo. Riconobbi la sua voce dai suoi teneri vagiti e caddi in ginocchio, rapito dalla sua presenza di gloria divina ».




  
                                                              Ti prego …
Eccomi, Gesù,
sono dinanzi a Te,
Dio del mio cammino.
Son io quel pellegrino
che ti cercava, anelante.
Tu mi conduci con Te
verso  il tuo Cielo infinito
e la misteriosa capanna
è diventata il mio cuore.
Ancora oggi, Tu nasci
povero in me ed umile.
Come noi ti fai uomo,
confuso tra pietre dure
sparse su questa terra.
Siamo la tua umanità
sofferente, che attende,
ferita dal suo buio,
la tua luce redentrice.
                                             Incoronata

domenica 25 dicembre 2016

Un belato nella notte



Notte di Natale.
È accaduto un tempo …
Sì, è la storia di una pecora smarrita che errava, lontana dal suo gregge, chissà per quali sentieri. Il pastore, addolorato, si era messo alla sua ricerca, senza trovarla. Stanco e desolato, nel cuore della notte, si accovacciò sotto un vecchio albero, chiuse gli occhi e cadde in un sonno profondo. Fu così che entrò nel mondo dei sogni, che lo condusse al ritrovamento della sua pecorella perduta.
Cammina e cammina, vide da lontano una capanna illuminata da una lucente stella. Quanta luce! L’uomo ebbe la sensazione di essere arrivato a destinazione. Affrettando il passo, giunse al luogo misterioso e, con sorpresa, vide la pecora accanto alla culla del Bimbo Gesù. Cercava di addormentarlo con i suoi belati. Essa si sentiva accolta e protetta da Maria e Giuseppe, che erano in adorazione del loro Figlio Divino. Il pastore, umilmente si prostrò, confuso, dinanzi al suo Dio e, improvvisamente, si destò dal sonno, ritrovandosi sotto il suo albero. Aveva il cuore ricolmo di gioia e di speranza.
Continuò la ricerca della pecora smarrita ed i suoi passi, inconsapevolmente, lo condussero al presepe del suo paese, dove trovò la pecorella accanto al Bambino Gesù, che belava sommessamente.
Era la notte di Natale: notte di pace e di amore.


                                                                 
                                       
                                     

Ti prego …


 Nella mia notte buia
mi faccio trovare da Te,
amabile Gesù.
Tu mi riporti nel tuo cuore
mentre percorro, smarrito e solo,
i vuoti sentieri
di un disorientato mondo.
Mi parli di Te,
mi racconti la tua storia
ed io ascolto,
silenzioso e attento,
lasciandomi trasportare
dalle tue parole.
Mi porti così nel tuo Cielo,
dolce Signore,
dove Tu regni sovrano.
Non è molto lontano
dal mio orizzonte:
il tuo Cielo è in me
dove Tu mi contatti
ed il tuo misterioso silenzio
s’incontra col mio.
Restiamo insieme, Gesù,
all’ombra del tuo amore!
                                           Incoronata

sabato 17 dicembre 2016

La melodia del bambù



Quando il vento soffia nelle canne di bambù, genera una melodia che si amplifica nell’aria e si innalza verso il cielo,

In una delle canne di un canneto, che cresceva sulla riva di un fiume, una serpe velenosa aveva trovato dimora e si era adattata perfettamente ad essa, ma da questa uscì più il suono melodioso. Il vento aveva perfino cessato di soffiarvi dentro e ciò la rendeva molto triste.

         Un motivo c’era, però: la sua gelosia verso le altri canne, ritenendole più capaci di trasformare melodie più sonore i soffi del vento. Le biasimava e si lamentava senza rendersi conto di quell’aspide che ospitava, con cura, dentro di sé, come segno di quel male che covava e che, giorno dopo giorno, aumentava sempre più. Si sentiva diversa, chiusa nella sua solitudine, isolata da quel luogo, estranea in quel canneto avverso a quel vento che non la considerava affatto.

         Eppure, senza accorgersi, incominciava con il tempo a sperimentare il peso di un silenzio che le procurava dolore. Stava, forse, cambiando il suo cuore? Sì. Comprese che la gelosia era proprio come quel rettile velenoso che si era annidato nel suo intimo e vi soffiava tanto male. La vipera intanto s’ingrassava e, lentamente, non riusciva più a star dentro la canna. Finché un giorno non potè più entrarvi. Nonostante gli sforzi della vipera, la canna rimaneva sempre rigida e poco elastica, per cui l’animale si sentiva soffocare, quando tentava di accomodarsi, per cui abbandonò la sua abitazione.

Fu come una liberazione. La piccola canna di bambù iniziò così a cantare la sua nuova melodia e il vento non si stancava mai di soffiare nel suo cuore rinnovato e libero, inventando tonalità originali e accordi diversi per creare in essa le armonie più belle.














Ti prego …

Ascolto il soffio divino
del tuo Spirito, mio Dio,
come di vento solerte
che viene da lontano,
per risvegliare
le corde assopite
del mio cuore stanco.
E’ vero che sono preda
dei miei vizi che chiamo:
debolezze, fragilità.
E invece sono come tarli
che corrodono,
in modo invisibile,
la mia veste spirituale.
Vieni, liberami nel profondo
di me stesso, da tutto ciò
che vieta ogni passaggio
della tua Presenza!
Entro, ora, nel mio intimo,
eterno Dio d’amore
e Tu soffi dolcemente
nella mia vita,
come in una canna,
toccando le corde
del mio cuore.
Nasce così, a sorpresa,
una nuova melodia.
                                                Incoronata