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sabato 18 marzo 2017

Una storia di luce



( Anche la fantasia può condurti alla riflessione. Questo è un semplice racconto che ha uno sfondo di verità. In esso c’è tutto l’amore di Dio per te ).

Il sole ha già terminato la sua corsa diurna ed è scesa la sera con le sue ombre che si allungano. Nel cielo, che ora si trapunta di stelle, la luna inizia il suo percorso notturno. Con la sua luce stana tutti i luoghi bui, curiosa di scoprire quali segreti nascondono. D’un tratto si ferma, turbata, in cima ad un monte dove s’innalza al cielo una croce. Ma non riesce a capire, non sa che un tempo è stato crocifisso il Figlio di Dio. Sosta a lungo in quel luogo che sa di dolore, di ricordi tristi, di passaggi silenziosi, di preghiere sommesse, di vita e di morte. Si domanda, con trepidazione, com’è finita quella storia lontana. Si rivolge, allora, alle stelle perché, forse, quella notte essa era assente nel firmamento.

Una stellina racconta l’accaduto. Proprio in quella notte, cercando Gesù, l’aveva incontrato sulla croce e l’aveva vegliato, appostata sulla cima. Era un uomo venuto dal Cielo, il Figlio di Dio, l’Innocente tradito, abbandonato, rinnegato, torturato da uo-mini empi e, da loro, condannato e crocifisso. Poi, è stato sepolto da chi lo amava. All’alba seguente è risorto, in una luce splendente di gloria.

La luna ascolta commossa e corre subito a nascondersi dietro una nuvola. Non osa splendere in quel cielo, ricordando la notte dolorosa del suo Dio.

Io, invece, chiedo a me stesso: ‘Dimmi, ti manca forse la memoria viva di Gesù che ha dato la sua vita per te, nelle tue notti buie? Eppure la sua morte ti ha meritato la salvezza e il suo amore immenso ti ha aperto le porte del suo Regno!’

La natura porta impressa in sé l’immagine del suo Creatore, così come anche tu porti impressa, nel tuo cuore, l’immagine del tuo Redentore. Non dimenticarlo mai!

       












  
Ti prego…

Ora so, mio Gesù,
che mi è mancata
la memoria di Te,
nelle mie notti buie.
Fuggivo dalla tua luce
che portava allo scoperto,
le mie defezioni.
Ti allontanavo da me,
perché mi sentivo abbandonato.
Come ho potuto dimenticare
il tuo paziente operare,
nell’intimo del mio essere?
Ma Tu, dov’eri, Signore,
quando Ti cercavo
in ogni mio dolore?
Dove ti nascondevi
quando ti chiamavo,
senza aver risposta?
Perché indugiavi
nel venirmi incontro,
tacendo con parole
di misterioso silenzio?
Mi ricordo di Te, Gesù,
soltanto ora e Ti guardo,
memore del tuo dolore.
Dall’alto di quel legno
dove ti ho inchiodato,
volgi a me gli occhi tuoi pietosi.
T’incontro nella mia solitudine
che diventa mistero con la Tua.
Ma siamo insieme.

lunedì 6 marzo 2017

Un tesoro mancato



Un giorno, un raggio di sole, sentendosi inutile, andò alla ricerca di un oggetto in cui riflettere la sua luce.
Nel medesimo giorno, un uomo si arrampicò su per la collina, alla ricerca di una cosa preziosa. Egli sperava di trovarla nascosta tra l’erba verde. Non si sa mai.
Ma ecco che, da lassù, il piccolo raggio solare avvistò, in un campo fiorito, una bottiglietta di vetro, che lo incuriosì molto. La raggiunse e la investì con il suo filo di luce, ed essa brillò così tanto da sembrare una manifattura di gran valore. La sua luce serviva a qualcosa e si sentì realizzato. Lo scalatore si accorse, da lontano, di quel luccichio e corse, quanto più poteva. Quando giunse in quel luogo inondato da quello strano chiarore, notò l’oggetto di vetro in cui si rifletteva il raggio di sole, e ne ebbe disprezzo, perché appariva di scarso pregio. Tolse il tappo alla bottiglia e lanciò il contenuto molto distante, senza nemmeno esaminarlo. Non gli interessava affatto. Un piccione, che passava per caso, lo colse al volo nel suo becco e fuggì, lasciando cadere un biglietto.
L’uomo lo raccolse e lesse:
« Mio caro amico, non so chi tu sia ma ti lascio quest’ oggetto prezioso che mi appartiene. L’ho conservato per te, che lo hai trovato. È un diamante di gran pregio, che ho voluto proteggere in questa umile bottiglia. Sii felice per questo mio dono e usalo per far del bene anche agli altri. Ricordati di me ».
Quando poi alzò lo sguardo, alla ricerca di quel bene rifiutato, lo trovò nel becco del volatile che mollò la presa nel lago vicino. Il diamante s’inabissò nelle acque sottraendo al ricercatore la sua preziosa eredità. Si ode, ancora oggi, un lamento sulla collina accanto alla bottiglia vuota immersa nel buio:
« Povero sciocco! Avevi un tesoro tra le mani e te lo sei lasciato sfuggire stupidamente ».

In ognuno di noi c’è sempre un non valutare correttamente quello che Dio nasconde, nella profondità del nostro cuore.

                                                                

                                

                                      


                                                     Ti prego

Mentre ti cerco, Eterno Dio,
in ogni angolo del mio essere,
scopro una luce che splende
in fondo alla mia anima
desolata e stanca.
Vedo che ci sei Tu: mi attendi
per  donarmi Te stesso.
Sei quel bene prezioso
che da tempo cercavo
in posti sbagliati.
Con Te, mio Signore, lamento
le occasioni perdute
del tuo donare infinito.
Ed ora, riflessi luminosi
s’accendono in me
come d’improvviso.
Mi sento confuso
per tante tue grazie,
indegno per tanti tuoi doni.
Vivo la meraviglia
della tua vita divina.
Fa’ ch’io non ti perda mai
per mia negligenza;
che ti cerchi
e ti ritrovi sempre
in ogni mio cercare
e in ogni mio trovare,
mio preziosissimo Dio.
                                      Incoronata