Il vento, nel suo impeto, ha strappato ad
un albero della foresta una storia, poi, l’ha trasportata nell’aria e soffiata
al mondo.
Eccola!
C’era, un tempo,
un pino gigantesco, di età secolare, molto vec-chio, che viveva in una foresta,
Era il più alto, il più bello: una magnifica pianta. Gli uccellini, nella nuova
stagione, costruivano tra i suoi rami
dei nidi per i loro piccoli e gli regalavano canti melodiosi e lui ne faceva
preziosa memoria nel suo vissuto. Offriva la sua ombra ai viandanti che transitavano
in quel luogo, i quali gli affidavano brani
della loro vita. L’albero ne serbava i segreti nel suo intimo e partecipava
al loro dolore o alla loro gioia con riservatezza. Quanti poveri passavano anche di là, in cerca di qualche ramo da
utilizzare per scaldarsi. La stagione invernale si faceva sentire con il
suo gelo.
Un giorno un ramo
del pino si spezzò e un povero si affrettò a
raccoglierlo. Dopo pochi giorni si
spezzò un altro ramo e fu raccolto da un altro povero, E così via,
finché restò solo il tronco. La pianta perse così tutti i suoi rami e le sue
pigne.
Il boscaiolo
decise allora di tagliarlo. L’albero lo supplicò:
« Ti prego,
lasciami morire qui, non voglio abbandonare la mia foresta! ».
L’uomo gli confidò il suo problema: aveva bisogno del fuoco per scaldare i suoi
piccoli.
Allora il pino si
fece tagliare in tanti tronchetti. Soffriva tanto, ma era felice di donare
tutta la sua vita. Restò uno spazio vuoto nella foresta ma anche un ricordo: il
segno di una presenza d’amore che continuava a vivere così, profumando l’aria.
Ti
prego …
Cosa
resterà di me, Signore,
quando
me ne andrò?
Lascerò
uno spazio
ricolmo
d’amore,
dove
ho speso la mia vita.
Mi affido
a te,
misericordioso
Dio,
che
mi hai plasmato
con
il dolore degli altri
e
reso felice con la loro gioia.
Nella
mia memoria
restano
frammenti di storia
vissuti
con Te,
fusi
con il tuo amore infinito,
avvolti
dal tuo silenzio,
in
quella solitudine abissale
dove
io t’ incontro
e
respiro la tua essenza.
Quando
mi chiamerai,
nel
giorno che non so,
aprimi
il tuo Cielo.
Raccoglimi,
Padre e dimmi:
«
Vieni! Ora resta con me,
il
tuo posto è quassù,
nella
mia eternità gloriosa ».