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mercoledì 27 novembre 2019

Un segno d'amore


Il vento, nel suo impeto, ha strappato ad un albero della foresta una storia, poi, l’ha trasportata nell’aria e soffiata al mondo.
Eccola!
C’era, un tempo, un pino gigantesco, di età secolare, molto vec-chio, che viveva in una foresta, Era il più alto, il più bello: una magnifica pianta. Gli uccellini, nella nuova stagione, costruivano tra i suoi  rami dei nidi per i loro piccoli e gli regalavano canti melodiosi e lui ne faceva preziosa memoria nel suo vissuto. Offriva la sua ombra ai viandanti che transitavano in quel luogo, i quali gli affidavano brani della loro vita. L’albero ne serbava i segreti nel suo intimo e partecipava al loro dolore o alla loro gioia con riservatezza. Quanti poveri passavano anche di là, in cerca di qualche ramo da utilizzare per scaldarsi. La stagione invernale si faceva sentire con il suo gelo.
Un giorno un ramo del pino si spezzò e un povero si affrettò a  raccoglierlo. Dopo pochi giorni si spezzò un altro ramo e fu raccolto da un altro povero, E così via, finché restò solo il tronco. La pianta perse così tutti i suoi rami e le sue pigne.
Il boscaiolo decise allora di tagliarlo. L’albero lo supplicò:
« Ti prego, lasciami morire qui, non voglio abbandonare la mia foresta! ».
L’uomo gli confidò il suo problema: aveva bisogno del fuoco per scaldare i suoi piccoli.
Allora il pino si fece tagliare in tanti tronchetti. Soffriva tanto, ma era felice di donare tutta la sua vita. Restò uno spazio vuoto nella foresta ma anche un ricordo: il segno di una presenza d’amore che continuava a vivere così, profumando l’aria.













Ti prego …


Cosa resterà di me, Signore,
quando me ne andrò?
Lascerò uno spazio
ricolmo d’amore,
dove ho speso la mia vita.
Mi affido a te,
misericordioso Dio,
che mi hai plasmato
con il dolore degli altri
e reso felice con la loro gioia.
Nella mia memoria
restano frammenti di storia
vissuti con Te,
fusi con il tuo amore infinito,
avvolti dal tuo silenzio,
in quella solitudine abissale
dove io t’ incontro
e respiro la tua essenza.
Quando mi chiamerai,
nel giorno che non so,
aprimi il tuo Cielo.
Raccoglimi, Padre e dimmi:
« Vieni! Ora resta con me,
il tuo posto è quassù,
nella mia eternità gloriosa ».