La preghiera è il
respiro di Dio
nel proprio
intimo.
Lascia respirare
Dio dentro di te,
senza
interromperlo,
con i lamenti che
nascono
dagli infiniti
dolori
che ti tormentano.
Allora eleva gli
occhi in alto,
dove incontrerai
lo sguardo misericordioso
del Padre Celeste.
Sul tetto di un cascinale c’era un grillo,
che si muoveva lenta-mente verso la grondaia. Aveva fatto cri-cri tutto il
pomeriggio, per richiamare l’attenzione di un altro grillo, perché aveva le sue
corde vocali secche e arrugginite. In un momento di silenzio, si sentì la sua
voce rauca che trillava la sua canzone, con le residue forze che gli re-stavano
in gola, in mezzo a quella quiete notturna che rifletteva il de-siderio di una
risposta dolce e pacata.
Seguì una pausa che fu riempita da una
preghiera sommessa, fatta di tanti piccoli fremiti di quel grillo stanco, che
ripeteva in cuor suo una preghiera al Padre Celeste:
« Padre, ricordati delle mie miserie che
si elevano a Te come gemiti di chi ti cerca con la speranza di avere una
risposta!
Padre, ricordati di me, Tu che sei nel tuo
Regno di luce! ».
La preghiera del grillo mi porta ad
agganciarmi ai vari silenzi del creato e a riempirli di dolci note che nascono dal
cuore il quale vuole vivere, in ogni momento, i segni di Dio.
La preghiera è questa cucitura di silenzi
dove si sente il biso-gno di una risposta divina, perché Dio risponde sempre se
sappiamo sentire le sue armonie celestiali.
“ O Padre Celeste, aggiungi il mio tempo
in cui io sento il biso-gno di stare con il mio cuore vicino al tuo, che sei un
Padre affet-tuoso e attento ai miei umili silenzi interiori.
Eccomi vicino a Te con i miei desideri
inespressi, che trovano senso quando Tu mi rapisci nel tuo Cielo, che mi porta
a vivere i tuoi messaggi i quali penetrano ogni mio istante, con palpiti di
eternità. ”.
Domanda:
Lasci sgorgare
dall’intimità
del tuo cuore,
i gemiti
che nascono
da dolori profondi?
Lorenzo