È maturata una
bella spiga in un campo abbandonato, dove la gramigna è di casa. Questa spiga è
piena di chicchi di grano, ben indorati dal sole.
Si sente, però,
isolata dal suo mondo, rapita da un silenzio greve. Solo il vento, con il suo
soffio ondeggiante, le fa percepire la sua presenza. Chi si interessa a lei?
Che utilità, in fondo, può avere una semplice ed unica spiga? I contadini la
ignorano. Non serve a nulla e a nessuno per cui si lascia andare a pensieri
tristi, chiudendosi nel proprio dolore. Eppure la sua vita è preziosa a tante
formiche operose che fanno la fila per visitarla. Salgono lungo il suo stelo e
ridiscendono, a due a due, portando insieme un seme per deporlo nel formicaio.
Questi semi serviranno per il loro nutrimento nella fredda stagione.
Non è forse questa
l’immagine della nostra storia umana? Attraversiamo varie tappe, percorse tra
buio e luce. Restiamo chiusi nelle nostre certezze, inchiodati, sentendoci soli
e inutili per gli altri. Ma non è così.
C’è sempre
l’inizio di un tempo nuovo dentro di noi. Quante infinite briciole d’amore
possiamo donare! Avranno un sapore diverso, ma ciò che conta è la forza del
dono che Dio ha posto nel nostro cuore.
Non dimentichiamolo!
Ti
prego …
Ti presento, mio Dio,
l’immagine della mia vita:
un’umile cosa da poco.
Mi dico che non servo a nulla,
decido di farmi da parte,
penso che gli uomini mi ignorano.
So che non è così per Te.
Mi vedi con occhi benevoli
e mi ricrei ogni giorno
come fu all’inizio, Signore.
Tu mi chiedi il rispetto
dei miei tempi umani:
la limitatezza e debolezza,
l’inutilità ed incapacità.
Ma mi fai entrare
nel tuo infinito,
dove il mio tempo si rinnova.
Ritrovo, così, nel cuore
la forza di un donare diverso:
cose semplici offerte
per il bene dei poveri
che cercano la luce.
Ch’io sia per tutti
come un canale
che trasporta al mondo
l’acqua viva della tua Presenza,
che dona vita alla mia anima.
Incoronata